Il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica
Leggere la sentenza resa dal Consiglio di Stato sulla vicenda degli orsi in Trentino e, allo stesso tempo, leggere che il Governo avrebbe liberalizzato la caccia verso ogni animale selvatico che per avventura si avvicinasse ad un centro abitato, crea sorpresa. Dobbiamo però imporci lo sforzo di andare oltre i titoli e capire come realmente stanno le cose, magari provando a leggere oltre ai titoli anche i documenti che riconosco spesso scritti male non di immediata comprensione. Ci si accorgerebbe, per esempio, che la sentenza del Consiglio di Stato e il Pano straordinario per la gestione della fauna sono scritte con lo stesso linguaggio, quello del diritto. Diritto che invero da la forma, esprime, quelle che dovrebbero essere necessarie e preliminari conoscenze di biologia, zoologia, etologia, veterinaria e di etica. Vi è dunque da augurarsi che il Pano straordinario per la gestione della fauna or ora approvato sia il naturale epilogo di un costruttivo, serio, necessario dialogo proprio tra scienza e diritto. Entrambi i documenti, la sentenza del Consiglio di Stato da una parte e il Piano straordinario dall’altra, hanno come fine quella doverosa ineliminabile ricerca di bilanciamento di opposti interessi e di ristabilire un equilibrio in natura che da ormai troppo tempo è cambiato. Il timore, ma sono pronto a ritornare sui miei passi, è che non poche volte le decisioni della politica disvelino più che conoscenze zoologiche, biologiche, etologiche, situazioni erroneamente ritenute emergenziali e conseguenza di inesistenti politiche o strategie di programmazione. Tipiche di un paese i cui esecutivi si succedono come i titoli di coda di un film.