February 8, 2022

“CHE RAZZA DI BASTARDO”

Autore, Massimo Raviola, veterinario.

Tutto parte da una provocazione. Se il cane si dice sia il migliore amico dell’uomo,  l’uomo è il migliore amico del cane? Una provocazione che introduce  un tema molto serio, quello della selezione delle razze canine.

L’autore di “Che razza di bastardo” è un veterinario di lungo corso specializzato — e non è un caso — in ortopedia e chirurgia. Ad  un certo momento della propria vita professionale prende le distanze da quel veterinario che tanti anni prima aveva iniziato a svolgere quella medesima professione. Una professione che, secondo l’incipit del codice deontologico di categoria, è tesa alla tutela della salute e benessere degli animali.

Massimo Raviola, di cui mi onoro essere amico, in questo libro racconta il proprio travaglio interiore che per età, interessi scientifici e culturali, esperienze personali e finanche spirituali lo ha condotto, coraggiosamente, ad una riflessione sicuramente forte, salomonica, verosimilmente scomoda, forse impopolare. Ma che non può essere archiviata come una “boutade” perché poggia su dati e conferme scientifiche che sarebbe presuntuoso e pericoloso non volere considerare. E che ha non poche intersezioni con il diritto.  Lo stesso Raviola scrive che lui stesso alla prima visita di un certo di una certa razza ha piena consapevolezza che rivedrà quel cane in futuro ma non per visite di routine e vaccinazioni ordinarie.

Senza colpose reticenze o falsi pudori, l’autore spiega  come l’acquisto di un cane di razza di fatto implichi una collusione involontaria con un sistema di maltrattamento anche genetico che da anni viene praticato su cani e gatti. Il risultato è quello di avere animali affetti da gravi patologie sin dalla nascita.

Diversamente da quanto avviene nella medicina “umana” dove alcune patologie e le relative correzioni chirurgiche insorgono solitamente e statisticamente in età molto avanzata, in medicina veterinaria il 60% delle chirurgie di protesi all’anca interessano animali giovanissimi, di età compresa tra il primo e il quinto anno di vita. Due le conseguenze. Sofferenze per gli animali e per i loro proprietari. Importanti spese veterinarie per correggere queste patologie.

La selezione, spiega Raviola, aveva forse una sua giustificazione sino a due secoli fa ma oggi ha perso ogni ragione d’essere. E allora dobbiamo tutti interrogarci e individuare, se mai possibile, una selezione animale rispettosa e non maltrattante, finalizzata oggi esclusivamente all’esaltazione dell’estetica e dimentica di avere animali in buona salute.

E' noto che ogni discussione che sia filosofica, morale, giuridica o scientifica dovrebbe partire da ciò che del mondo interessa gli animali e non da ciò che agli uomini interessa degli animali. Ma spesso non funziona così. Il libro di Massimo Raviola stimola proprio questa riflessione. Una riflessione sul benessere animale. Molto spesso solo una desiderata. Un principio cui si dice volere tendere. Non sempre raggiungibile. Molto spesso non raggiunto.

L’importante è che sia scritto in qualche disposizione, trattato o convenzione. Così si può affermare che i cani sono esseri senzienti, provano cioè emozioni, gioie, dolori, vergogna.

Ecco, vediamo di non dimenticarlo.