July 3, 2024

DILEMMI. BENESSERE ANIMALE E ALLEVAMENTI INTENSIVI. QUALI COMPATIBILITA’?

Questo il titolo dell’interessante convegno organizzato dalla Commissione Diritti degli Esseri Animali presso il COA di Milano tenutosi questa mattina a Milano presso l’Aula Magna de Palazzo di Giustizia. Il titolo non nasconde un interrogativo:  gli animali provano le stesse sensazioni dolorose degli esseri umani di fronte ai danni che in diversa modalità e intensità vengono loro cagionati? Si può ipotizzare una sofferenza inutile che è quella c inferta agli animali e motivata da un supremo interesse umano che, oggi, rende inutile parlare di diritti degli animali?

E’ stato tracciato il filo normativo che dovrebbe regolare e disciplinare le problematiche legate ad una delle conseguenze più temibili degli allevamenti intensivi che è la crisi ambientale. Due buone notizie, almeno sulla carta. La prima. L’unione Europea nel 2024 ha emanato una direttiva (in fase dei pubblicazione) che ha posto sullo stesso piano gli allevamenti intensivi a quelle che sono vere e proprie attività industriali. Le imprese che non si adegueranno non solo verranno sanzionate ma potranno subire azioni collettive da parte dei cittadini dei singoli stati facenti parte della comunità europea e volte ad ottenere il risarcimento del danno conseguente. La seconda riguarda un progetto di legge in fase di lavorazione che vede l’Ispra quale parte delegataria per fare concreta attuazione alle recenti modifiche degli articoli 9 e 41 della nostra carta fondante.

Si è quindi sottolineato come “spazio” e “tempo” rappresentino le maggiori criticità in tema di quello che si vorrebbe definire benessere animale così analizzando se vi sia o meno quella compatibilità delle norme esistenti all’effettiva condizione di benessere. Una compatibilità che si fa a fatica immaginare solo pensando che la fecondazione di un animale “rinchiuso” in un allevamento intensivo è paragonabile, per come è stato spiegato, ad un vero e proprio stupro.  Importante ed efficace la testimonianza del Vice Presidente di Animal Equality che ha condotto i presenti all’interno dell’infermo che rappresentano allevamenti intensivi e macelli.

E dunque non appaia irriverente o esagerato considerare come il supremo interesse (economico)  umano  riduca l’attività legislativa, nazionale e internazionale, ad una attività di mediazione. Accettato il principio della sofferenza degli animali quella (la legislazione) si limita (solo) a gestirla indicando quei comportamenti da utilizzare affinché non si raggiungano eccessivi livelli di afflizione o strazio in danno degli animali stessi. Se le condizioni degli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi sono pessime per definizione il mancato rispetto delle norme, complice l’irresponsabilità quando non arriva al dolo, rende quelle condizioni inaccettabili.

Il tema di indagine che ha fatto da filo conduttore in questo interessante convegno corre inevitabilmente almeno su due piani. Uno scientifico, tecnico, l’altro giuridico. Entrambi complessi. Il primo più del secondo. Non sono mancate riflessioni che, come è stato detto, sono apparse dissonanti da alcune altre. Che ci hanno evidenziato come il ripensare certe pratiche e certi settori (il mangiare carne e produrre latte) è una atto di stravolgimento del nostro attuale sistema economico. Possibile? Impossibile? Un dilemma. Che non può oggi trovare  una risposta salomonica.  Ciascuno deve però decidere di stare da una parte o dall’altra, senza rinunciare a eventuali e futuri ripensamenti qualora necessari. Anche ipotizzando, è stato detto, come il modello di alimentazione deve necessariamente essere modificato. Ma non abolito.

Quale che sia l’opinione che ciascuno abbia, personalmente credo che avere stamane, come in tante altre occasioni è stato fatto in questo primo anno di vita della neonata Commissione dei Diritti degli Esseri Animali, discusso di temi così importanti per le future generazioni all’interno di un Palazzo di Giustizia sia un primo fondamentale rivoluzionario passo.