Altre tragedie si sono verificate a causa di aggressioni mortali da parte di cani. Non ho alcuna intenzione di commentarle anche perché nulla so di quanto è accaduto. Mi limito a simulare che la proposta di legge partorita dalla Regione Lombardia e destinata a diventare legge ordinaria dopo il solito iter legislativo sia già vigente (credo vi sia una proposta cura della Regione Piemonte) .
Se io fossi proprietario di uno di questi cani di cui all’allegato 1 della legge (o morfologicamente assimilabili) dovrei applicare museruola e guinzaglio quando lo conduco in luogo aperto al pubblico, in locali pubblici o su mezzi pubblici di trasporto. E ci mancherebbe, mi verrebbe da dire. Lo prevedono già le ordinanze ministeriali e tanti regolamenti comunali di tutela e benessere animale. E’ necessario però che questa disposizione venga metabolizzata anche da coloro che da sempre sono refrattari all’utilizzo del guinzaglio. Violazione ricorsiva nelle nostre città a qualsiasi latitudine in ossequio a due irrinunciabili dogmi: il mio cane è buono; ho il completo dominio sullo stesso. Vi è proprio oggi sul Corriere un articolo di Isabella Bossi Fedrigotti che conferma questa idiosincrasia verso questo ritenuto strumento di tortura che è il guinzaglio. Faccio sommessamente notare che se non la più parte caso tante tragedie si verificano all’interno delle mure domestiche dove, evidentemente, non si usa il guinzaglio o la museruola.
La legge (sempre ipotizzando che lo diventi) mi ricorda che devo vigilare con particolare attenzione sulla detenzione del mio cane al fine di evitare ogni possibile aggressione a persone e altri animali. Retorica allo stato puro. Vi è davvero necessità di una legge che ricordi questo mio dovere di vigilare e prevenire incidenti? Dal 1942, invero da molto prima, un articolo del codice civile esprime ben questo dovere indicandomi anche le conseguenze di una sua violazione. Non mi stupirei che qualche anima nobile denunciasse una eccessiva pressione per chi deve condurre un cane, lamentandosi di dovere vivere con la costante paura di vigilare che non attacchi questo o quel lo. Neanche un controllore di volo è sottoposto ad un simile stress. Ma certo che vigilo, ci mancherebbe. Ma appena entro in un’area cani, pensano i più, lo libero e lascio che si sfoghi con i suoi simili. Magari pensando che l’area cani sia immune da ogni regola valevole invece al suo esterno.
Ma non è finita caro Filippo. Devo conseguire, prima di avere il mio cane, un patentino ( la legge parla di proprietario o detentore, e francamente mi trovo in difficoltà a capire chi sia l’uno e chi sia l’altro; la legge si riferisce anche a mia moglie, ai miei figli, al dog sitter, alla gentile signora che ci aiuta nelle faccende domestiche, ai nonni o solo a chi risulta proprietario del cane all’anagrafe canina?).
Immagino sia un percorso tosto, come si conviene con questa tipologia di cani della quale ho tanto sentito parlare. Tosto e lungo, con tanta fatica e tante prove pratiche. Anche se girano voci che si può fare anche on line e finanche nell’arco di un fine settimana. Sarà certamente una bufala.
Mi preoccupa quella valutazione psicofisica e caratteriale che dovrà essere fatta sul mio cane dopo il patentino. Una valutazione finalizzata al controllo dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico del mio cane e anche mio!!! Mamma mia che responsabilità! Per me, per il cane e per chi effettuerà questa valutazione.
Per me perché dovrò essere formato per superare questa prova anche se la legge non mi dice come dovrò formarmi e soprattutto chi dovrà formarmi. Per il mio cane, perché sarà sottoposto a quel test che chiamano CAE1 che, con tutto il rispetto, mi pare davvero fantasioso. Non veritiero. Parliamoci chiaro, se mi preparo e preparo pure il mio cane a reagire bene a quelle stimolazioni il gioco è fatto. Ma quel test è cosa diversa dalla realtà, mutevole e piena di variabili. E anche il mio cane potrà essere diverso in un giorno piuttosto che in un altro, per milioni di motivi. Ma poi, mi chiedo, valuteranno anche me? Mi auguro di si. Si parla di affidabilità e di equilibrio psicofisico. Stiamo messi bene allora. Sto vivendo un momentaccio. Ho il morale a terra. Ma non capisco una cosa. Perché valuteranno tutto questo i giudici Enci? I giudici Enci non si occupano di obbedienza, agility, lavoro? Mica siamo in un concorso di bellezza! Anche lasciando perdere le polemiche che hanno coinvolto l’Enci non era più opportuno che tale valutazione fosse affidata a medici comportamentalisti, docenti universitari e psicologi (dal momento che scrutineranno anche me)?
Leggo nella legge che qualora vi fosse il sospetto che il mio cane appaia potenzialmente pericoloso verrà disposta una valutazione da parte di un medico veterinario esperto in comportamento animale selezionato dalla ATS. Ma non era più opportuno che tale intervento fosse preventivo? Che l’applicazione delle misure di prevenzione e gli interventi terapeutici mi venissero proposti prima del test???
Qui però davvero non ci siamo. Qualora non conseguissi il patentino o il mio cane (e non io?) non ottenesse una valutazione favorevole al test CAE-1, verrebbe certificata la mia incapacità di gestione del cane e il comune, su richiesta dell’ATS competente, sequestrerà il mio cane con affido definitivo ad una struttura? Ma in questo modo il male che si vuole prevenire (l’intasamento dei canili da parte di cani non gestibili) si ripropone ancora più virulento.
A meno che….ma allora di cosa stiamo parlando? Dai Filippo, non può essere,, non pensare sempre male..