February 8, 2025

L’ILLUSIONE DEL TEST CAE1 E LA METAFORA DEL RUBINETTO

Proposta di legge cani impegnativi della Regione Lombardia

Come noto, anzi come dovrebbe essere noto, la Regione Lombardia ha elaborato una proposta di legge (PLP) relativa ai c.d. cani impegnativi rubricata come “Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità”. Proposta che nasce da una iniziativa di alcuni Consiglieri regionali e destinata a giungere in Commissione prima e in Giunta dopo; quindi se approvata verrà trasmessa, sempre come proposta, a Roma dove inizierà l’iter ordinario che potrebbe condurla a diventare legge dello Stato. Un cammino lungo e tortuoso.

Come tortuosi risultano troppi punti di tale proposta che non origina da un dibatto pubblico (come dovrebbe essere quando si discute di temi che interessano una non residuale parte della popolazione italiana) e fa inevitabilmente sorgere una domanda: quanti conoscono l’esistenza di tale iniziativa consiliare? In quali altre regioni italiane si sta lavorando alla sesso tema?

Una proposta che non ha coinvolto i c.d. corpi intermedi ed è stata volutamente  condivisa solo con pochi intimi. Sono stati esclusi i veterinari non pubblici (in particolare quelli comportamentalisti, ignorati quando non graditi), gli etologi, gli psicologi, le forze dell’ordine, la polizia locale, gli allevatori, gli educatori, addestratori, e autorevoli esperti in cinofilia. Quanto al coinvolgimento dei giuristi neanche a dirlo.

E questo mentre i destinatari di questa proposta restano increduli davanti alle inchieste giornalistiche che indagano all’interno del mondo della cinofilia, partendo dal soggetto privato (Enci) al quale la proposta affida la gestione del test CAE 1.

Temo che laddove non si avrà il coraggio di riconoscere  nero su bianco le condizioni di detenzione di un cane in capo a “qualsiasi soggetto e con riferimento a qualunque tipologia di cane (compresi quelli per i quali la stessa relazione alla proposta parla di latente istinto predatorio dal quale possono scaturire aggressioni improvvise a facili prede quali cani piccola taglia e bambini) non vi sarà affatto un arresto dell’affollamento dei canili bensì un maggiore intasamento, con maggiori oneri in capo agli enti.

Quando parlo di condizioni (norme) non posso escludere che si possa o debba giungere alla c.d. “chiusura del rubinetto”. Prendendo a prestito una metafora di Gherardo Colombo (ex magistrato) a volte per aggiustare un rubinetto di cucina che non dà acqua lo si  smonta, rimonta, cambia, sostituisce con il risultato che l’acqua continua a non uscire. Che forse vi sia da guardare se il problema sia a valle del rubinetto per far arrivare l’acqua? Seguendo le tubature si arriva in cantina, dove c’è il rubinetto che porta acqua a tutti i rubinetti del condominio e dopo averci lavorato a lungo, l’acqua torma a sgorgare in cucina. A poche parole buon intenditore.

Vengo al vero vulnus di questa proposta che è il test CAE 1. Un test che dovrebbe certificare un “cane socialmente affidabile e senza problematiche di comportamento, prendendo in considerazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana” (così lo definisce Enci). Cane affidabile significa, vocabolario alla mano, che può essere affidato o sul quale si può fare affidamento, degno di motivata fiducia. Un’aspettativa importante, soprattutto per lacune tipologie di cani. Nulla si dice riguardo al motivo di questa aspettativa. Obbedienza? Difesa? Lavoro? Carattere? Aggressività? Protezione civile? Oltre che affidabile deve essere senza problematiche di comportamento. Requisito importante che rimanda a valutazioni altrettanto importanti che devono essere svolte da professionisti qualificati a tanto.

Provo a ricapitolare: l’obiettivo è un un cane affidabile, senza problematiche di comportamento prendendo in considerazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana. Il discorso, già complicato, si complica ulteriormente. Per una serie di motivi.

Il primo.

Il conduttore di quel determinato cane “attenzionato” verosimilmente vive all’interno di una comunità solitamente composta di più individui. Familiari, vicini di casa. E spesso le aggressioni avvengono proprio all’interno delle quattro mura casalinghe. La relazione alla proposta in commento ci racconta che alcune tipologie di cani hanno una spiccata dipendenza da relazioni esclusive con talune persone uniche in grado di poterli gestire.

Il secondo.

Quello che vuole riprodurre il test CAE 1 non assomiglia neanche lontanamente a quanto accadde nella realtà di tutti i giorni. Simulare all’interno di un ring (un campetto) quello che accade laddove un cane realmente vive (città paese, famiglia,) con tutte le variabili assolutamente non calcolabili (penso solo a stati patologici non conosciuti o incompresi dell’animale) significa illudere. Fare sembrare una cosa come invero non è. Si ha la medesima affidabilità che si avrebbe sostenendo che chi supera l’esame della patente auto non farà mai un incidente e mai ne sarà coinvolto. Possiamo accettare una cosa del genere?

Il terzo.

A chi viene affidato il delicato e preliminare compito di verificare l’assenza di problematiche di comportamento e quando viene eseguita questa verifica e cosa succede se la verifica è negativa? Quello che ci dice la proposta è imbarazzante.

Una valutazione psicofisica e caratteriale affidata a esperti (quali e esperti di cosa ?) e giudici ENCI (giudici Enci? ma non si giudica la bellezza o l’obbedienza dei cani!!!!). Nessun riferimento ai veterinari, e in particolare modo a quelli comportamentalisti.  Etologi non pervenuti. Ma qualcuno si dovrà anche preoccupare di capire se  la parte umana del binomio sia in grado di  non dico condurre ma poter convivere con un cane?? E possiamo accettare che tale delicato compito sia affidato agli esperti e i giudici della galassia Enci? Come avrebbe detto qualcuno: ma che ci azzecca??? Ma abbiamo davvero capito di cosa stiamo parlando e di cosa viene proposto? Di cosa ci sia in gioco?

Il quarto.

Questo test altro non si rivela che una sorta di verifica dell’efficacia del conseguito patentino. Nessuno dei proponenti si è preoccupato di indicare chi deve svolgere il lavoro anticipatori del test. Il test CAE 1 non può essere inteso come filtro tra un prima e un dopo. Quelle prima e quale dopo?

Il quinto.

MI pare di avere capito che la competenza in tema di validazione del CAE sia del Ministero dell’Agricoltura quando in gioco vi è la SALUTE e il BENESSERE di animali e umani. Che devono essere considerati anche separatamente e non solo come binomio come in un qualsiasi concorso di bellezza o agility.

Il sesto.

Come possiamo accettare che la proposta ponga la valutazione del professionista (il veterinario) solo successiva ad una valutazione affidata a soggetti dei quali si ignora la competenza e specializzazione pur sapendo che dovranno individuare un cane potenzialmente pericoloso? Ha ragione chi sostiene che questo test potrebbe indurre ad una preparazione  mirata del cane per il superamento di  esso dal momento che  è noto come la realtà nella quale quel cane ( e non quel binomio) vivrà sarà sicuramente  altro.

Prima di mettere mani ad una seria proposta dobbiamo interrogarci sulle competenze reali di tutti i soggetti coinvolti e protagonisti di questo variegato mondo.  Un mondo lasciato alla improvvisazione. Ai luoghi comuni. Ad un tifo da stadio. Al verbo dei social. Apriamo gli occhi e cerchiamo di essere curiosi. Di capire. E di fare capire.