December 4, 2021

NON SI E’ TRATTATO DI MALTRATTAMENTO MA (SOLO)DI POCA PROFESSIONALITA’….

La sentenza in commento merita una qualche riflessione. Si tratta di una sentenza della Corte di Cassazione penale (sent. n.41562/2021) che ha confermato l’assoluzione per alcune operatrici socio sanitarie di una  struttura di ricovero per persone anziane.  Le ipotesi di reato è quella di maltrattamenti in danno di alcuni ospiti anziani.

Le singole condotte ascritte non integrerebbero atti di contenuto vessatorio ma evidenzierebbero impreparazione e scarsa competenza professionale delle imputate; il carattere episodico ed isolato delle lamentele esclude l'abitualità della condotta, requisito strutturale del reato di maltrattamenti. Le prove si basano su intercettazioni video-ambientali e dichiarazioni rese dalle stesse persone offese. Ruolo determinante nella convinzione di innocenza ha giocato la ridotta attendibilità delle persone offese, affette da gravi problemi cognitivi per forte decadimento psicofisico dovuto a demenza senile.  

Si sarebbe trattato, conclude la Cassazione, non di comportamenti vessatori ma solo poco professionali, conseguenza di stanchezza e frustrazione per l'incapacità di gestire anziani poco collaborativi e propensi anche a comportamenti provocatori verso il personale meno gradito.

Sia chiaro, non oso mettere in discussione la sentenza. Per la Cassazione le motivazioni del Giudice di appello  non presentano vizi logici manifesti e decisivi e sono coerenti con le emergenze processuali. Non sono così sprovveduto da azzardare alcuna considerazione che non potrebbe avere alcun ancoraggio.

Una sentenza ricostruisce un fatto, interpretando circostanze e norme.

Se è vero, come afferma Natalino Irti, che il il diritto non si limita a descrivere e ricostruire l'accaduto ma vuole attribuire all'evento un significato e trarre da esso una linea di condotta, un dover fare o non fare degli uomini, trovo almeno discutibile  quel passaggio della sentenza dove si legge che i comportamenti di alcuni degli operatori sarebbero stati solo “come poco professionali, conseguenza di stanchezza e frustrazione per l'incapacità di gestire anziani poco collaborativi e propensi anche a comportamenti provocatori verso il personale meno gradito”.

Penso comunque alla dignità di quelle persone anziane. Il fatto che sia mancata negli operatori della struttura alcuna volontà maligna e che pertanto gli episodi contestati  non possono che essere letti come forme espressive di reazioni determinate da tensioni contingenti non la trovo condivisibile.  

Una decisione giudiziale che inevitabilmente lascia tracce di dolore, su quelle persone anziane e o comunque sui parenti di quelle stesse persone.