March 15, 2022

Sentenza Cassazione penale n. 16480/2020

In tema di sequestro di animali e affidamento definitivo degli stessi in pendenza del giudizio

Interessante sentenza che affronta la questione se, operato il sequestro degli animali che si assumono maltrattati o comunque destinatari di una delle altre condotte illecite penalmente sanzionate, sia possibile disporne l'affidamento definitivo ai privati prima della definizione del procedimento penale, magari imponendo a costoro una eventuale cauzione, permettendo così all'imputato assolto di rivalersi sulla somma depositata a titolo cauzionale.

A prescindere dall’esito del ricorso, sono comunque interessanti le riflessioni che vengono svolte, sia che vi si aderisca o se ne prenda le distanze. Soprattutto tenendo conto del momento storico (il riferimento è alla riforma costituzionale or ora entrata in vigore) in cui forse, come sostenuto da autorevoli commentatori, è forse maturo il tempo di traslare la tutela degli animali dal piano giurisprudenziale a quello  legislativo.

La sentenza è originata da una impugnazione - da parte di a un sostituto procuratore -di un sequestro preventivo di alcuni cani disposto dal G.I.P. nella parte in cui non ha accolto, limitatamente ad alcuni di quelli e di proprietà dell’indagato,  la richiesta di autorizzazione a un affido definitivo non appena intervenisse il giudicato cautelare sul sequestro.

Nella motivazione dell’impugnazione si legge che poiché oggi gli animali sono assimilabili non più alle cose ma alle persone non è concepibile una "adozione provvisoria" di un cane da parte di un privato tenuto conto i  legami che si instaurano tra cani e persone non sono "a tempo" e comunque nessun privato accetterebbe l'affidamento di un cane con il rischio di perderlo in futuro.

Il ricorso viene ritenuto  inammissibile. La previsione del ricorrente Procuratore  -secondo la Corte- non può considerazione operazione legittima alla luce della presunzione di non colpevolezza prevista dall'art. 27 Cost., comma 3.

Nella ipotesi di assoluzione -prosegue la Corte- il soggetto accusato (ingiustamente) di determinate condotte in danno degli animali è pienamente legittimato a ottenere la restituzione degli animali sequestrati, effetto questo che non sarebbe possibile ove, in una fase interlocutoria del procedimento penale, si disponga l'affidamento definitivo degli animali solo in presenza di un cd. "giudicato cautelare", non certo equiparabile alla nozione tecnica di irrevocabilità dell'affermazione di colpevolezza dell'imputato, ex art. 648 c.p.p..

Non risulta decisiva - sempre a dire della Cassazione- la preoccupazione del ricorrente secondo cui, in caso di restituzione dell'animale all'avente diritto ove questi sia assolto, verrebbe spezzato il legame affettivo instauratosi tra l'animale e il nuovo detentore, posto che il medesimo discorso può legittimamente valere anche al contrario, essendo parimenti ingiusto che non venga ripristinato il rapporto tra l'animale e il suo proprietario, qualora questi, all'esito del giudizio, venga riconosciuto estraneo agli addebiti a suo carico inizialmente formulati.

Priva di pregio l'argomentazione del ricorrente secondo cui il privato sarebbe scoraggiato dalla prospettiva di un affidamento temporaneo dell'animale, non solo perchè non può escludersi a priori che l'affidamento non diventi definitivo all'esito del procedimento, ma anche perchè la decisione di prendersi cura di un animale che si assume destinatario di condotte illecite non può essere condizionata nè da calcoli preventivi circa la durata dell'affidamento, nè e soprattutto da forzature dei principi che regolano del procedimento penale, in applicazione peraltro di canoni ermeneutici dettati dalla Carta costituzionale.

La natura  provvisoria dell'affidamento dell'animale sequestrato in pendenza del procedimento penale non è di per sè suscettibile, solo per la sua limitazione temporale, di indebolire le esigenze di tutela degli animali cui è ispirata la disciplina introdotta dalla L. n. 189 del 2004.

Gli amici e colleghi penalisti potranno sbizzarrirsi nelle più diverse  interpretazioni a favore o contro il senso di questa sentenza.  

Filippo Portoghese

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