Scene di ordinaria follia. Forse solo ignoranza.
So perfettamente cosa significhi vivere in una città invasa dal cemento, dall’asfalto, da marmitte bollenti che inalano veleni ad altezza cani e bambini. Gli stessi bambini che vorrebbero “a piedi nudi giocare nei prati” mentre spesso e volentieri calpestano deiezioni di varia natura quando non rischiano la vita per l’imprudenza di emeriti imbecilli.
Ciò non toglie che vedere, alle otto della mattina in prossimità di rotonde trafficatissime e affollatissime, di incroci pericolosi, di intersezione semaforiche poste su arterie stradali che attraversano Milano, famigliole felici incuranti delle più elementari regole di prudenza, ancora prima che di norme, è qualcosa che non tollero più. Qualcuno, leggendo questo post, se ne farà certo una ragione, ci mancherebbe.
E io continuerò a pensare che non sia possibile incrociare padri o madri con pargolo/i stretto/i alla mano sinistra, trolly impugnato con la destra e cagnolino o cagnone al pascolo, tra le auto. Da solo, senza guinzaglio. Che precede o segue il resto della famigliola.
E’ abitudine pericolosa, anzi pericolosissima. Per il cane. Per quello sfortunato automobilista o motociclista che per evitare il fatale impatto con il cane potrebbe rovinarsi la giornata. A volte la vita. Se non ci credete, chiedete al vostro veterinario. Vi racconterà di quella volta che nulla ha potuto per salvare quel certo cane “non” accidentalmente investito. Leggetevi qualche sentenza, basta cliccare su avvocatogoogle. Se lette la sera, prima di prendere sonno, lo conciliano che è un piacere.
Si tratta di rispettare poche e semplici regole contenute nei diversi regolamenti che ogni Comune emana. Regole che impongono il guinzaglio. Sempre. Regole assai semplici. Chiare. Che non pongono problemi di interpretazione.
Avere delle norme ignorandone, dolosamente o colposamente l’esistenza è grave. E la causa di questa ignoranza, quando è colposa, è solo nostra. Le conseguenze però le pagano altri. A due o quattro “zampe”.