November 12, 2023

IL LEONE DI LADISPOLI E LA NOSTRA (POCA) MEMORIA


La vicenda del leone fuggito dal circo attendato a Ladispoli è più o meno nota. Per qualche giorno leggeremo inviti a non andare più al circo e invettive contro i circensi. Proclami a favore degli animali liberi dal nostro dominio. Poi, inevitabilmente, si volterà pagina realizzandosi così l’errore più imperdonabile che è quello di non ricordare a quale punto eravamo arrivati. Provo a ricordarlo.

Non una ma ben due legge delega avrebbero “commissionato” al potere esecutivo il compito di mettere fine all’utilizzo degli animali all’interno dei circhi. Lo ricordate? La prima è la legge delega n.175 del 2017. Cosa sia una legge delega dovrebbe essere noto e non mi soffermo oltre. Una sorta di appalto giuridico del Parlamento al Governo perché partorisca una norma (decreto legislativo) in una determinata materia (in questo caso, tra le tante materie, anche quella dell’utilizzo degli animali selvatico nei circhi). Il parto non avviene e la delega scade, come il latte, nel dicembre 2018.

Ci si riprova. Nuova legge delega, quella n. 106 del luglio 2022. Entro nove mesi il Governo cii avrebbe regalato l’atteso decreto legislativo ma, a febbraio 2023 c pensa il convertito decreto legge Milleproroghe spostando le lancette in avanti di 15 mesi per l’emanazione del decreto legislativo.  Dunque  si arriva al 18 agosto 2024.

Ci crediamo? Assolutamente no. La promessa dello Stato doveva essere credibile. E dunque non superamento ma graduale superamento dell’utilizzo degli animali nei circhi.  L’importante era che la politica non dicesse cosa questa scelta avrebbe comportato e in quale modo si riteneva poterla realizzare. Un trionfo della retorica. Enfatizzare un qualcosa per occultare altro. Tutti ci hanno creduto anche se non era difficile intravedere una patetica bugia, come tale si è poi rivelata. Aggravata dalla riforma dell’articolo 9 della Costituzione che affida alla legge dello stato la tutela degli animali, dimenticandosi che tale riserva assoluta deve fare i conti con l’art. 117 sempre della costituzione. Ci penseranno.

Una cosa è certa. Tra pareri delle commissioni e terremoti politici si arriva tranquillamente al 2025 quando forse potrà avere inizio il collocamento degli animali in altre strutture. Fase complicata. Gli animali, che sono di proprietà dei circensi, dovranno essere ricollocati (dove e a spese di chi?) e occorrerà mitigare attraverso incentivi e percorsi di riqualificazione gli stessi circensi. Faccio umilmente notare che oggi quando vengono confiscati animali nei procedimenti penali non si sa dove ricollocarli. Non è da sottovalutare il fatto che quanto  più lungo è il tempo di esercizio di una delega quanto più è concreto il pericolo che il delegato (il Governo) possa subire l’influenza di contingenti particolari condizioni politiche e di fatto che inficino, trasformino, modifichino, costringano a rivedere i criteri e gli obiettivi di cui alla legge delega stessa (e mi chiedo quali siano).

E il Parlamento quale committente di questo appalto giuridico che è la legge delega? Sui manuali di diritto costituzionale abbiamo studiato che rimane sempre e comunque il Parlamento l’unico titolare della funzione legislativa che, nel caso di legge delega, è solo temporaneamente esercitata dall’esecutivo.  Siamo (ancora) in una forma di governo parlamentare e, come si usa dire, il boccino è in mano al Parlamento. Tradotto è’ solo questione di volontà. In gioco c’è molto. La credibilità della nostra politica. Ma soprattutto l’affermazione di un principio assoluto. Quello per cui non possiamo più continuare a sfruttare gli animali nella consapevolezza -pardon, dubbio - di arrecare loro grave danno.