April 16, 2024

LE NUTRIE RESPONSABILI DI OGNI MALE TRA REALTA’ E LEGGENDA

Una sentenza, tanti dubbi

Il TAR Lombardia (Brescia) con la sentenza n. 212/2024 riconosce la legittimità di un’ ordinanza di un sindaco del mantovano che aveva decretato l’abbattimento delle “locali” nutrie finanche prorogandone il “tempo di caccia”  oltre l’orario consentito dal piano provinciale di abbattimento (un’ora dopo il tramonto) estendendolo sino alle ore 24. Le “colpe” delle nutrie sempre le medesime: danni a cose, persone e coltivazioni.

Senza alcuna pretesa di volere sconfinare in competenze che non appartengono allo scrivente proverò a sviluppare qualche riflessione. Non tanto in ordine alla vicenda processuale quanto al tema della convivenza tra umani e non umani, resa (la convivenza) sempre più “faccenda” di fatto riservata ai primi.

Alcuni animali sono gradevoli per l’umano. Altri meno. Altri ancora sono solo sgradevoli. Ma anche loro, quelli sgradeevoli, come tutti gli altri, possono provare le stesse sensazioni dolorose degli esseri umani di fronte ai danni che in diversa modalità e intensità vengo loro cagionati. Riconosciuta questa sofferenza apparirà inevitabile ripensare le nostre scelte dal momento che queste, inevitabilmente, si ripercuotono proprio in danno degli animali.

Temo, come credo lo temano tanti, che questo dolore inutile che infliggiamo agli animali sia indissolubilmente legato, anzi originato e giustificato, da supremi interessi umani che, oggi, rischiano di inficiare ogni dissertazione circa i diritti degli animali pur formalmente dichiarati nella nostra carta fondante. A volte con qualche sentenza che riporta le lancette dell’orologio del benessere animale all’ora zero.

Le nutrie non avevano alcuna intenzione di frequentare le nostre terre e  la  loro  frequentazione è stata voluta dall’uomo per noti interessi commerciali. Venuti meno i quali, sempre l’uomo, si è letteralmente sbarazzato del “corpo del reato” disperdendolo dove poteva. Non conoscendo le nutrie seri predatori la moltiplicazione è stata (ed è) fisiologica.

Ciò premesso, non si farebbe un buon servizio alle nutrie se si negassero alcune criticità e tra queste i danni a carico delle coltivazioni come la creazione delle tane (le nutrie danneggiano  le arginature di canali e corsi d’acqua con rischio di cedimenti e instabilità delle rive per la costruzione di tane). Ciò detto il problema è capire e individuare quali possano essere le contromisure e la loro efficacia posto che, quella ritenuta risolutiva (l’eradicazione tramite sterminio), si palesa inutile.

E’prioritaria una seria capacità di analisi (e autocritica) del fenomeno seguita  da una inevitabile fase esecutiva. Fase che presuppone la volontà di mettere a bilancio  necessarie e inevitabili opere (penso, tra le tante, alla riduzione della ripidità delle sponde dei corsi d’acqua artificiali) da parte degli enti pubblici interessati.

Un simile percorso evidenzierebbe quali e quante sono le responsabilità di noi umani che dopo avere importato questi animali ne abbiamo eroso tutto lo spazio a loro necessario per sopravvivere, forse anche migrare da altre parti e  forse anche ridursi fisiologicamente e naturalmente di numero. Magari evitando a noi umani di ricorrere ad  alternative cruente ed inutili, non poche volte dannose anche per altri animali.

Dai signori della politica e amministratori locali, provate a studiare il problema e a individuare le soluzioni. Confidiamo in voi. I presupposti per emettere ordinanze contingibili e urgenti  appaiono sempre meno convincenti.

fp