Ennesima maledetta tragedia. Un’ aggressione mortale da parte di un cane nei confronti di un bambino. Ieri nel vercellese. Le responsabilità di quanto accaduto verranno distribuite come fossero volantini in campagna elettorale. E’ colpa di quello o di quelli che non hanno fatto questo o quell’alta cosa che invece avrebbero dovuto fare. Magari perché hanno fatto proprio quello che non avrebbero dovuto fare. Chiunque conosce una “verità”. E inevitabilmente le verità saranno diverse rispetto ad un medesimo fatto, la morte di un bambino per il morso di un cane. Verità che verranno amplificate dall’onda emotiva che tutti travolge quando accadono talune disgrazie.
In tutto questo manca però la “misura”. Non quella del guinzaglio, quando viene usato, ma quella della norma, della regola. La regola del diritto, quella che che prende in considerazione fatti che ritornano ricorsivi così che li si possa riconoscere. Detenere un cane non può non tenere conto di due imprescindibili interessi pubblici: sicurezza e salute. Come si pone il nostro sistema normativo per tutelare questi interessi, in particolare la sicurezza?
Le cronache quasi giornalmente aggiornano i bollettini riferiti alle aggressioni, anche mortali, in danno di umani e non umani. Qualcuno cavalca l’onda, per particolari e propri interessi. L’informazione si allinea.
Ci dimentichiamo però che il cane che morde l’uomo non dovrebbe fare notizia. Semmai il contrario. Ricordo peraltro quando uno sfortunato tassista in quel di Milano ha rischiato di perdere un orecchio a causa del morso non di un cane ma di un suo simile (!!). Per futilissimi motivi. Ho Immaginato lo stupore tra i cani definiti morsicatori. Un inaccettabile vulnus alla propria categoria tanto da organizzare immediati e pacifici “sit in” all’interno dei canili di tutta Italia per “abbaiare” il loro diritto ad essere riconosciuti come gli unici legittimati a mordere gli umani. Perché -come ci ricordano gli esperti- la morsicatura è una caratteristica intrinseca del cane. Non solo è una caratteristica intrinseca ma siamo noi che abbiamo “specializzato” alcuni tipologie di cani a farlo, per difesa dell’abitazione o per difesa personale. Ricordo che l’abrogato D.P.R. n. 320 /1954 prevedeva che fossero proprio i cani da guardia a potere essere tenuti senza museruola e guinzaglio se all’interno di luoghi non aperti al pubblico e nei limiti dei luoghi da “ sorvegliare”.
Spesso si sente dire che le leggi sono chiare in tema di conduzione di un cane per le pubbliche vie. Invero il tema della sicurezza e dunque della prevenzione degli incidenti (leggi aggressioni) non è normato se non da fonti del tutto secondarie quali ordinanze rinnovabili e rinnovate, regolamenti comunali (quando ci sono). Regolamentazioni non sempre esaustive laddove, per esempio, nulla dicono sulla conduzione del cane al di fuori delle aree urbane. Anche queste considerate dai più come terre di nessuno come se un aggressione o una morsicatura fossero fatti esclusivi delle città, dei centri abitati. Gli incontri tra animali domestici e fauna selvatica non sono disciplinati e spesso vedono i primi soccombere.
Oggi con una popolazione canina così importante in termini di numeri, di fronte a tipologie di cani alquanto differenti tra di loro e tra questi non pochi che per corporatura, mandibola, memoria di razza, genetica (violentata schifosamente da noi umani) potrebbero rappresentare un problema per l’uomo e per gli altri animali, ci affidiamo solo alla buona creanza di ciascuno. Eventualmente con l’aiuto di qualche educatore -addestratore -istruttore, se puoi permettertelo. Altrimenti si inventa. Ci sono comodi corsi on line organizzati da solerte amministrazioni, obbligatori solo per chi detenesse particolari cani (laddove previsti) o avesse già avuto problemi di morsicature contestate al proprio cane. Evidentemente lo Stato non avverte la necessità di emanare una norma che oltre a proclamare come desiderata l’stituzione di corsi formativi ne avesse anche indicato concretamente in che cosa dovessero tradursi queste desiderata. Non si è ancora raggiunta la convinzione che alcuni tipologie di cani non sono per tutti e comunque la loro gestione deve essere preventivamente verificata e autorizzata. Seriamente. Fino a negarla o revocarla. Verificando con attenzione come vengono allevate alcune tipologie di cani. Da chi. Con quali competenze. Secondo quali principi. Ci dimentichiamo che questi cani c.d. impegnativi vengono inseriti nella quotidianità delle famiglie e delle rispettive comunità. E non è infrequente che cani di questo tipo instaurino un certo tipo di rapporto con una sola persona del nucleo familiare in cui vivono, unica a essere in grado di poterla concretamente gestire. E questo inevitabilmente pone un problema di sicurezza. Che deve oggi più che mai essere garantita.Altrimenti non vedo altre soluzioni che quelle estreme. Come è stato fatto in altri paesi. Quegli stessi paesi che vengono presi ad esempio quando si parla di soggettività o personalità giuridica degli animali. Proprio quelli.